DVR: significato del documento di valutazione dei rischi in azienda

In questo articolo:

In un’Italia sempre orientata verso la cultura della prevenzione e sicurezza sul lavoro, non si può non parlare di DVR: Documento di Valutazione dei Rischi.

Questo documento rappresenta il cuore pulsante di ogni strategia aziendale per tutelare la salute dei lavoratori. Non si tratta di un semplice obbligo burocratico, né di un file da tenere nel cassetto “perché lo impone la legge”. Il DVR è, a tutti gli effetti, una fotografia accurata dei rischi presenti in azienda e delle misure adottate per prevenirli o mitigarli.

Eppure, molti imprenditori, liberi professionisti e persino alcuni lavoratori non ne conoscono la reale importanza. C’è confusione su chi lo debba redigere, su cosa debba contenere, su quando vada aggiornato o se abbia una scadenza. Scopriamo di cosa si tratta.

DVR

DVR: cos’è davvero?

Partiamo dalle basi: DVR è l’acronimo di Documento di Valutazione dei Rischi. Il DVR è obbligatorio per legge per tutte le aziende con almeno un lavoratore (inclusi i soci collaboratori, apprendisti, tirocinanti e stagisti).

Ma cos’è realmente il DVR? È un documento tecnico, redatto dal datore di lavoro con il supporto del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e, ove previsto, del medico competente, che analizza tutti i rischi legati all’attività lavorativa. Lo scopo? Prevenire infortuni, malattie professionali e danni alla salute dei lavoratori.

Non basta fare un elenco generico: il DVR dev’essere dettagliato, specifico per ogni mansione e processo produttivo. Deve inoltre indicare le misure adottate e da adottare per ridurre o eliminare i rischi.

Non esiste un modello standard valido per tutti: ogni DVR dev’essere personalizzato in base alla realtà aziendale.

Cosa contiene il DVR sicurezza: struttura e contenuti obbligatori

Il contenuto del DVR è stabilito dall’art. 28 del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro). Ecco cosa deve includere obbligatoriamente:

  • Una relazione dettagliata sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

  • L’indicazione delle misure di prevenzione e protezione attuate.

  • Il programma delle misure da adottare nel tempo.

  • L’individuazione dei ruoli aziendali che gestiscono la sicurezza.

  • L’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure.

  • L’identificazione delle mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici.

  • La data certa del DVR, che attesta la sua validità ufficiale (tramite marca temporale o firma digitale).

Il DVR deve essere chiaro, consultabile, aggiornato e firmato dal datore di lavoro, RSPP, medico competente (se previsto) e RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza).

Chi fa il DVR e dove deve essere custodito

Il datore di lavoro è il primo responsabile della redazione del DVR. Tuttavia, non lo scrive da solo: è supportato da figure chiave come l’RSPP, il medico competente, e ascolta anche il parere dell’RLS.

Una volta redatto il documento di valutazione dei rischi (DVR) deve essere custodito in azienda. Va reso disponibile in caso di ispezione da parte degli organi di vigilanza (INL, ASL, ecc.). È buona prassi conservarlo sia in formato cartaceo che digitale, purché venga rispettato il requisito della data certa.

DVR

Scadenza DVR: in quale occasione deve essere rielaborato il DVR?

Uno degli errori più comuni è pensare che il DVR abbia una scadenza fissa annuale. In realtà, non scade, ma è necessario un aggiornamento del DVR per obbligo in alcune precise circostanze.

Diventa necessario se ci sono modifiche al processo produttivo o all’organizzazione del lavoro, oppure in caso di introduzione di nuovi macchinari o sostanze pericolose. Un’altra circostanza in cui è obbligatorio è il verificarsi di infortuni gravi o in caso di evoluzione della normativa o degli standard tecnici.

Queste condizioni impongono una rielaborazione del DVR, che dev’essere immediata e documentata.

In tutti gli altri casi, si consiglia comunque un aggiornamento periodico (almeno ogni 2-3 anni), anche solo per verificare l’efficacia delle misure adottate.

DVR aziendale e obblighi legali

Ogni azienda con almeno un dipendente è obbligata per legge a provvedere alla redazione del documento DVR, a prescindere dalla dimensione o dal settore. L’inosservanza dell’obbligo comporta sanzioni pesanti: ammenda da 2.500 a 6.400 euro, alcuni casi, anche l’arresto da 3 a 6 mesi.

Inoltre, in caso di infortunio, l’assenza del DVR può comportare responsabilità penale diretta del datore di lavoro. Ecco perché non si può improvvisare: è fondamentale affidarsi a professionisti esperti per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.

DUVRI e DVR: non confondere i due documenti

Altro errore comune: confondere il DVR con il DUVRI. Il DUVRI è il Documento Unico per la Valutazione dei Rischi da Interferenze, obbligatorio quando più imprese operano nello stesso ambiente di lavoro, anche temporaneamente (es. appalti, manutenzioni, cantieri).

Il DVR analizza i rischi interni dell’azienda, mentre il DUVRI serve per gestire i rischi derivanti dall’interferenza tra attività diverse. Entrambi possono coesistere, ma non sono intercambiabili.


Il DVR non è solo un documento legale. Il documento per la valutazione dei rischi deve essere usato come vero strumento di prevenzione, gestione e cultura della salute e la sicurezza in azienda. Spesso viene sottovalutato, ma rappresenta la base per un ambiente di lavoro senza rischi per la salute, con livelli di sicurezza conformi alla normativa vigente.

Se sei un datore di lavoro, non aspettare un controllo o, peggio, un infortunio per preoccuparti del DVR. Rivolgiti a esperti di sicurezza, forma il tuo personale e costruisci un sistema preventivo serio. Contattaci per un consulenza per la valutazione dei rischi in azienda: la sicurezza non è un costo, è un investimento sulla vita.

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