Flashover: cos’è, quali sono cause e come prevenirlo

In questo articolo:

Conoscere il flashover non è un dettaglio da addetti ai lavori: è fondamentale per chiunque si occupi di sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi o progettazione antincendio. Capire cos’è un flashover, come si sviluppa e quali segnali possono preannunciarlo può letteralmente fare la differenza tra la vita e la morte.

 Flashover

Immagina una stanza in cui si sviluppa un piccolo incendio. All’inizio sembra gestibile: una fiamma localizzata, un po’ di fumo, del calore. Ma nel giro di pochi minuti, qualcosa cambia. Le temperature schizzano oltre i 600°C, l’ambiente si satura di fumo denso e tossico, e improvvisamente l’incendio si estende molto. Nessuna via d’uscita. Nessuna possibilità di salvezza. Quello che hai appena immaginato è il fenomeno noto come flashover. Una delle transizioni più brutali, repentine e letali che possano avvenire in un incendio strutturale.

Flashover incendio: significato e definizione secondo le normative

Il termine flashover è spesso tradotto in italiano come accensione simultanea o accensione generalizzata. Ma questa traduzione, per quanto tecnica, non rende davvero giustizia alla pericolosità dell’evento.

In pratica, durante un incendio confinato (come in una stanza), le superfici e gli oggetti iniziano a rilasciare gas combustibili a causa della pirolisi. Questi vapori si accumulano nello strato superiore dell’ambiente, riscaldandosi fino al punto di autoaccensione. Quando ciò accade, tutta l’area prende fuoco in modo quasi istantaneo.

Come è definito il flashover secondo la ISO tr 13387?

La ISO TR 13387, una delle principali norme tecniche internazionali in ambito antincendio, definisce il flashover come la transizione rapida alla combustione totale di tutti i materiali combustibili presenti in uno spazio chiuso, causata da un aumento della temperatura e dalla radiazione termica.

Che cos’è la fase flashover in un incendio?

Quindi, cos’è il flashover esattamente? È una fase ben precisa all’interno dello sviluppo di un incendio. Non è né l’inizio né la fine, ma la soglia che separa un incendio controllabile da uno completamente fuori controllo.

Il punto di flashover si verifica quando la temperatura ambiente raggiunge i 500-600°C, e la radiazione termica è talmente elevata da innescare l’accensione spontanea dei materiali presenti nell’ambiente.

È un fenomeno che avviene con una velocità di combustione che si realizza in pochi secondi e coinvolge tutto il volume degli ambienti in una fiammata simultanea.

Durante questa fase:

  • L’ambiente diventa invivibile.

  • Il fumo diventa nero, denso, opaco.

  • Il calore è così intenso da far cedere rapidamente materiali strutturali.

  • La visibilità crolla a zero.

  • La possibilità di sopravvivere senza protezioni adeguate è nulla.

In quanto tempo può verificarsi il flashover?

Il tempo di sviluppo varia a seconda del contesto. In un ambiente domestico, il flashover può verificarsi dai 3 ai 5 minuti dopo l’ignizione iniziale.

In ambienti industriali, dove i materiali possono avere resistenza al fuoco maggiore, questo tempo può allungarsi, ma non è mai sicuro fare affidamento sul tempo. Ecco perché questo fenomeno è tra i più temuti da vigili del fuoco e tecnici antincendio: è rapido, imprevedibile e letale.

Solo una progettazione antincendio seria e una formazione adeguata possono prevenirlo efficacemente.

Le 4 fasi di un incendio: dove si inserisce il flashover

Per comprendere il flashover, è fondamentale sapere quali sono le quattro fasi di un incendio:

  1. Ignizione (accensione): è la fase iniziale. Una fonte di calore innesca la combustione di un materiale. La fiamma è localizzata e facilmente estinguibile.

  2. Crescita (sviluppo): il fuoco si propaga, i gas caldi si accumulano in alto, creando uno strato di fumo sempre più spesso. La temperatura aumenta progressivamente.

  3. Flashover (accensione generalizzata): è il punto di non ritorno. Tutti i materiali presenti prendono fuoco simultaneamente. L’incendio passa da localizzato a incendio generalizzato e totalmente sviluppato.

  4. Declino o raffreddamento: si verifica quando il combustibile inizia a esaurirsi o l’intervento dei soccorsi rallenta la combustione.

flashover

Cause del flashover: quando si verifica e perché

Il flashover non è un evento casuale o imprevedibile: è il risultato di condizioni fisiche, chimiche e ambientali ben precise che portano l’incendio a un punto critico di sviluppo. Capire quando e perché si verifica il flashover significa poter agire in tempo per prevenirlo, soprattutto nei contesti professionali dove la sicurezza sul lavoro è prioritaria.

Vediamo le principali cause che determinano l’innesco del flashover.

Accumulo di calore in ambiente confinato

Una delle condizioni più determinanti è la presenza di calore intenso e costante in uno spazio chiuso o scarsamente ventilato. Durante le prime fasi di un incendio, i materiali combustibili iniziano a degradarsi termicamente, liberando gas infiammabili (pirolisi). Questi gas salgono verso l’alto, creando uno strato di fumo ad alta temperatura.

Man mano che il calore aumenta, la temperatura interna può superare i 500-600°C. Quando questa soglia viene raggiunta, l’intero ambiente diventa una camera esplosiva, dove anche i materiali non direttamente esposti alla fiamma possono autoaccendersi.

Radiazione termica e trasferimento del calore

Un altro fattore chiave è l’irraggiamento termico. Quando le superfici della stanza – pareti, soffitto, arredi – si scaldano a sufficienza, iniziano a emettere radiazioni infrarosse. Queste radiazioni riscaldano ulteriormente gli oggetti circostanti, creando un effetto a catena.

Questo fenomeno si autoalimenta: più radiazione termica viene generata, più aumenta la temperatura generale, fino a quando la soglia critica viene superata e il flashover si verifica. È in questa fase che l’incendio si trasforma da locale a generalizzato.

Carico d’incendio elevato

La quantità e la qualità dei materiali combustibili solidi presenti in un ambiente incidono direttamente sulla probabilità di flashover. In edifici con arredi in legno, tessuti sintetici, plastica o carta, il carico d’incendio è elevatissimo.

Tutti questi materiali, se esposti al calore per un tempo prolungato, rilasciano vapori infiammabili. Quando la concentrazione di questi gas nell’aria raggiunge un livello critico e le condizioni di temperatura e ossigeno sono favorevoli, il flashover può scattare in pochi secondi.

Ventilazione limitata (ma non assente)

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il flashover non avviene in assenza di ossigeno, ma quando c’è una quantità sufficiente per mantenere la combustione, anche se non in eccesso.

Una ventilazione limitata, come in una stanza con porte chiuse o finestre sigillate, permette l’accumulo di fumi caldi e gas infiammabili senza disperderli. Se poi una finestra si rompe o una porta viene aperta, l’ingresso improvviso di ossigeno può innescare l’accensione generalizzata. Questo è anche uno dei meccanismi che può portare al backdraft, un fenomeno di combustione distinto ma correlato.

Geometria dell’ambiente

La forma e le dimensioni della stanza influenzano notevolmente la dinamica del flashover. Un soffitto basso, ad esempio, accelera l’accumulo di calore e fumo nella parte alta del locale, riducendo il tempo necessario al raggiungimento della temperatura critica.

Anche gli angoli, i corridoi stretti e i vani ciechi contribuiscono alla concentrazione dei gas combustibili, aumentando il rischio di accensione simultanea.

Mancata rilevazione e ritardo nella reazione

Una causa indiretta ma fondamentale del flashover è l’assenza di sistemi di rilevamento precoce e il ritardo nell’intervento. Se un principio di incendio non viene notato subito, o se i soccorsi arrivano tardi, il fuoco ha il tempo di evolversi indisturbato nella sua fase di propagazione, passando attraverso le fasi di ignizione, crescita e infine flashover.

Questo spiega perché nei sistemi di prevenzione incendi moderni si dia grande importanza a sensori di temperatura, rilevatori di fumo a soglia multipla e sistemi di spegnimento automatici, come gli sprinkler.

In quanto tempo può verificarsi il flashover?

Il tempo di sviluppo varia a seconda del contesto. In un ambiente domestico, il flashover può verificarsi dai 3 ai 5 minuti dopo l’ignizione iniziale. In ambienti industriali, dove i materiali possono avere resistenza al fuoco maggiore, questo tempo può allungarsi, ma non è mai sicuro fare affidamento sul tempo.

Come prevenire il flashover: strategie efficaci e buone pratiche

Prevenire il flashover è una delle priorità assolute nella sicurezza antincendio, sia in ambito civile che industriale.

Il flashover non è un destino inevitabile, ma una conseguenza diretta della mancanza di prevenzione e progettazione. Con una combinazione di materiali sicuri è possibile prevenire questo fenomeno devastante, proteggendo strutture, beni e – soprattutto – vite umane.

Questo evento può essere anticipato e mitigato attraverso misure tecniche, formative e strutturali, vediamo quali.

Riconoscere i segnali premonitori del flashover

Il primo passo per la prevenzione è sapere cosa cercare. Chi lavora in ambienti a rischio (vigili del fuoco, addetti antincendio, operatori industriali) deve essere in grado di riconoscere i segnali che precedono un flashover.

Tra questi vi sono fumo nero, denso e caldo che scende verso il basso, fiamme rotolanti nello strato superiore del fumo. Possono esserci oggetti che iniziano a fumare o annerirsi anche senza contatto diretto con le fiamme, temperatura in rapido aumento a livello del pavimento e riduzione improvvisa della visibilità.

Questi indizi indicano che il flashover è imminente. La reazione dev’essere immediata: abbandonare l’ambiente o applicare tecniche di controllo (se si è formati per farlo).

Limitare il carico d’incendio

Una delle misure più concrete e immediate per ridurre il rischio di flashover è diminuire la quantità di materiali combustibili presenti in un ambiente. Questo significa utilizzare arredi ignifughi (classificati secondo UNI EN 13501), evitare l’accumulo di carta, plastica, cartoni, tessuti sintetici. Bisogna anche eliminare o compartimentare liquidi infiammabili o solventi e scegliere pavimentazioni e rivestimenti a basso sviluppo di fumo e gas tossici.

Meno combustibile = meno gas pirolitici = flashover molto più difficile da raggiungere.

Progettare ambienti con compartimentazione antincendio

La progettazione degli edifici gioca un ruolo chiave. Per prevenire il flashover è fondamentale suddividere gli spazi in compartimenti resistenti al fuoco (REI 60/90/120), installare porte tagliafuoco sempre chiuse, prevedere barriere termiche e fumi che rallentino la propagazione del calore, garantire soffitti alti e ventilazione controllata nei locali tecnici o a rischio.

La compartimentazione limita lo sviluppo del calore e ritarda o impedisce il raggiungimento della temperatura critica.

Garantire un sistema di ventilazione sicuro e controllato

La ventilazione è una lama a doppio taglio. Troppa aria può alimentare le fiamme, ma una ventilazione assente favorisce l’accumulo di gas combustibili, accelerando il flashover.

Per prevenire il fenomeno è consigliabile installare sistemi di ventilazione forzata antincendio (a pressione controllata), usare smaltitori di fumo e calore (SENFC) per evacuare gas caldi. Non bisogna aprire finestre/porte in modo incontrollato durante un incendio (può innescare flashover o backdraft) e integrare sistemi automatici di apertura dei lucernari in caso di incendio.

Utilizzare impianti automatici di rilevazione e spegnimento

I sistemi antincendio automatici sono il miglior alleato nella prevenzione del flashover. In particolare i rilevatori multisensore per identificare incendi nascosti prima della fase critica, sprinkler automatici per abbattere la temperatura, impianti a gas inerti o schiumogeni per ambienti sensibili.

Se l’incendio viene intercettato nelle prime fasi, non avrà il tempo di evolvere verso il flashover.

Formazione specifica del personale

Il fattore umano è centrale. Nessun impianto o barriera fisica potrà mai sostituire una persona preparata. Ogni azienda o ente dovrebbe formare addetti antincendio interni (livello 2 o livello 3), organizzare corsi sul flashover e backdraft con simulazioni reali, prevedere prove di evacuazione periodiche e addestrare il personale all’uso di DPI adatti.

Sapere come reagire fa spesso la differenza tra l’evacuazione sicura e l’infortunio grave.

Manutenzione continua e controlli periodici

Infine, prevenire il flashover significa non trascurare la manutenzione.

Bisogna fare verifica regolare di impianti elettrici (una delle principali cause di ignizione), controllo di estintori, sprinkler e rilevatori. Inoltre è opportuno fare manutenzione di porte tagliafuoco e vie di esodo e fare ispezioni antincendio obbligatorie a norma di legge (D.Lgs. 81/08, D.M. 3 settembre 2021).

Perché il flashover è il peggior nemico della sicurezza antincendio

Comprendere il fenomeno del flashover è cruciale per la progettazione degli ambienti, per la formazione degli operatori, per la sicurezza dei lavoratori e dei civili. Una volta raggiunta la fase di accensione generalizzata, l’incendio non può più essere gestito con mezzi convenzionali.

In definitiva, il flashover è la manifestazione più estrema del fallimento della prevenzione. Ed è proprio per questo che chi si occupa di sicurezza sul lavoro deve conoscerlo a fondo, prevederlo, riconoscerlo e progettare in modo da evitarlo. La conoscenza può davvero fare la differenza. E nel caso del flashover, può salvare vite umane.

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