APVR: cosa sono e cosa cambia con la norma UNI 11719:2025

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Recentemente il tema della protezione delle vie respiratorie ha evidenziato questioni pratiche e normative affidate sino a ieri alla buona volontà dei responsabili della sicurezza.

Con la pubblicazione della UNI 11719:2025 (in vigore il 20 novembre 2025) si chiude un ciclo di incertezze e si apre una fase. Ora la scelta, l’uso, la manutenzione, la formazione e l’addestramento sull’impiego degli APVR diventano procedure codificate e verificabili.

APVR: cosa sono e cosa cambia con la norma UNI 11719:2025

Cosa sono gli APVR e quali sono

Gli APVR sono apparecchi di protezione delle vie respiratorie. Si tratta di DPI (dispositivi di protezione individuale) progettati per proteggere l’apparato respiratorio dall’inalazione di particolato, gas, vapori, aerosol e da carenza di ossigeno.

Gli APVR includono una pluralità di dispositivi. Ci sono quelli facciali filtranti (FFP), semimaschere e maschere a pieno facciale con filtri a cartuccia, respiratori ad aria compressa (connessi a sorgenti esterne), autorespiratori (SAR/SCBA) e sistemi a ventilazione assistita (PAPR).

Quante sono le categorie di APVR

Le categorie possono essere ricondotte a due grandi categorie funzionali: filtranti e isolanti.

All’interno di queste famiglie si distinguono sottoclassi per capacità di filtrazione, tipo di filtro (particolato, gas, combinati) e modalità di alimentazione dell’aria. La norma UNI e le linee guida tecniche indicano chiaramente la scelta in funzione del rischio chimico/biologico e della concentrazione degli inquinanti.

A prima vista possono sembrare simili: entrambi si indossano, entrambi proteggono le vie respiratorie. In realtà funzionano in modo completamente diverso, rispondono a rischi diversi e richiedono livelli di formazione molto differenti. Lo scopo principale è garantire una adeguata protezione in relazione al rischio specifico, alla durata dell’esposizione e alle condizioni operative.

Quali sono gli APVR filtranti

Con gli APVR filtranti si respira l’aria dell’ambiente, ma depurata dopo averla fatta passare attraverso un filtro. In pratica funzionano dove l’aria è respirabile, ma va ripulita.

È il filtro, infatti, il vero cuore del sistema: cattura, trattiene o neutralizza l’inquinante prima che arrivi ai polmoni. L’efficacia dipende dal tipo di filtro, dal modello di maschera e dalla corretta tenuta sul viso.

Gli APVR filtranti comprendono i facciali filtranti e le combinazioni maschera+cartuccia che depurano l’aria ambiente. Sono classificati in base alla capacità di filtrazione e al tipo di contaminante: particolato, gas/vapori o combinati.

La scelta del filtro deve essere basata sul fattore di protezione operativo (FPO), sulla concentrazione dell’agente e sul tempo di esposizione: per esempio, filtri di classe superiore (o maschere a pieno facciale con filtri adeguati) sono necessari per concentrazioni più elevate.

In quale caso è indicato l’utilizzo di un APVR del tipo respiratore isolante?

Gli APVR isolanti, al contrario, sono dispositivi che non si affidano all’aria dell’ambiente. Forniscono all’utilizzatore aria pulita e respirabile da una fonte esterna, come una bombola o un sistema di adduzione. In altre parole isolano completamente il lavoratore dall’atmosfera circostante.

Gli APVR isolanti sono obbligatori quando l’ossigeno è carente, la concentrazione di inquinanti è sconosciuta o molto alta, i filtri non sono efficaci, il rischio è immediatamente pericoloso per la vita, si lavora in spazi confinati o in caso di emergenza.

In scenari di emergenza la scelta ricade sugli isolanti perché forniscono aria indipendente dall’ambiente e quindi la massima protezione. Sono i dispositivi usati dai vigili del fuoco, nei soccorsi, nelle bonifiche chimiche e in qualsiasi situazione in cui un filtrante sarebbe del tutto insufficiente.

Quali sono le maschere APVR

Per “maschere” si intendono generalmente semimaschere (coprono naso e bocca) e maschere a pieno facciale (coprono viso intero).

Le semimaschere sono adatte per ambienti dove è garantita una sufficiente tenuta facciale e per agenti non irritanti oltre una soglia. Le maschere a pieno facciale proteggono anche occhi e viso e offrono migliore tenuta in presenza di gas e vapori.

Esistono poi i facciali filtranti monouso (es. FFP1/FFP2/FFP3) che sono pratici per polveri e aerosol ma hanno limiti negli ambienti con carenza d’ossigeno o gas tossici.

Cos’è la UNI 11719:2025: quali sono le novità introdotte

La UNI 11719:2025 è l’aggiornamento (novembre 2025) della norma italiana guida di riferimento per la scelta, l’uso, la manutenzione e la gestione degli APVR. Con le modifiche legislative, in particolare la revisione del comma 2-bis dell’art. 79 del D.Lgs. 81/2008, i criteri per la scelta e l’uso dei DPI si devono allineare alle norme UNI più aggiornate.

La norma non è un semplice elenco tecnico. Rappresenta lo strumento che consente a datori di lavoro, RSPP, formatori e utilizzatori di APVR di definire un programma strutturato e documentato di protezione delle vie respiratorie.

La UNI 11719:2025 rappresenta un passaggio fondamentale: da guida tecnica a vero e proprio sistema di gestione integrata della protezione respiratoria. Non è più un insieme di suggerimenti. Si tratta di un quadro completo e vincolante: garantisce il funzionamento degli APVR nella realtà quotidiana del cantiere, dell’officina, dell’industria.

La norma valorizza l’importanza della formazione e dell’addestramento come parte integrante del DPI, rende documentabile e tracciabile ogni fase: scelta, idoneità, manutenzione, uso. Inoltre chiarisce ruoli, responsabilità e competenze; alza lo standard delle misure di sicurezza, riducendo rischi legati a uso errato, manutenzione trascurata o scelta inappropriata del dispositivo.

Tutto questo funge anche da servizio di prevenzione per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Programma di Protezione delle Vie Respiratorie (PPVR)

Una delle più importanti innovazioni è la definizione formale di un Programma di Protezione delle Vie Respiratorie (PPVR).

Questo programma non è solo teorico. Include fasi strutturate e documentate come la scelta degli APVR, la valutazione di adeguatezza/idoneità, la manutenzione, la gestione, la documentazione e l’addestramento.

Il PPVR consente all’azienda di gestire in modo sistematico i rischi respiratori, garantendo che gli APVR siano distribuiti in funzione di una reale valutazione del luogo di lavoro.

Ruoli e responsabilità chiaramente definiti

La norma 2025 delinea con precisione i ruoli coinvolti nel PPVR. Si tratta del responsabile del programma, addestratori, personale incaricato della manutenzione e gestione degli APVR, e gli stessi portatori / utilizzatori.

Diventa quindi obbligatorio per le imprese indicare e documentare chi è responsabile di ciascuna fase: dalla valutazione del rischio alla manutenzione, dalla formazione all’uso quotidiano. Va definito chi è responsabile delle misure di prevenzione e protezione dei dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie e chi ha la responsabilità di far rispettare le misure di prevenzione e protezione degli APVR.

La norma identifica il Responsabile del Programma di Protezione delle Vie Respiratorie (spesso il RSPP o figura delegata). Si tratta di chi coordina il PPVR, valuta i rischi respiratori, sceglie i dispositivi, organizza formazione e assicura il controllo periodico. Deve possedere competenze tecniche sui tipi di APVR, sui criteri di selezione in relazione ai rischi, e capacità organizzative per monitorare manutenzione e sostituzione.

La responsabilità ultima delle misure di prevenzione ricade sul datore di lavoro, che delega operativamente al responsabile designato.

APVR

APVR corso di formazione: quando è obbligatorio l’addestramento?

Un apparecchio di protezione delle vie respiratorie richiede uno specifico addestramento. La UNI 11719:2025 introduce l’obbligo esplicito di formazione e addestramento per chi utilizza APVR, per chi li gestisce e per chi è addetto alla manutenzione.

Il corso di formazione deve essere adeguato ai rischi e alle attività svolte nelle attività lavorative.

Il percorso formativo deve comprendere un addestramento pratico obbligatorio che deve essere effettuato in un “ambiente addestrativo” che simuli le procedure di lavoro di ogni azienda. Questo comprende anche scenari di rischio dei presenti, procedure di emergenza, indossamento, verifica di tenuta, corretto utilizzo.

Devono essere definiti anche tutti i requisiti di questa formazione specifica. Ad esempio il numero massimo di partecipanti per sessione, rapporto addestratore/discente, e durata minima degli interventi formativi.

Bisogna provvedere ad un corso APVR di aggiornamento periodicamente oppure quando cambiano le condizioni operative o il tipo di APVR utilizzato. Questo perché l’efficacia di un APVR non dipende solo dalle sue caratteristiche tecniche, ma anche — e soprattutto — dalla capacità dell’utilizzatore di saperlo usare correttamente.

Conferma obbligo di fit-test e valutazione di idoneità individuale

Per i dispositivi con facciali a tenuta (semimaschere, maschere a pieno facciale), la nuova norma conferma l’obbligo della prova di adattabilità sul viso del portatore: il fit-test.

Questa prova è fondamentale per assicurarsi che la maschera aderisca correttamente al volto, garantendo la tenuta e quindi l’efficacia della protezione. Non serve solo un modello “omogeneo”: serve che ogni singolo lavoratore usi un dispositivo adatto al suo volto.

Manutenzione, conservazione e documentazione

La norma definisce criteri chiari per la manutenzione, pulizia, conservazione e sostituzione degli APVR.

Dà linee guida anche per la gestione e registrazione delle operazioni: data di consegna, scadenza dei dispositivi, interventi effettuati. In questo modo l’azienda ha un registro completo che dimostra la scelta corretta degli APVR, gestiti secondo le migliori pratiche.

Ambiti di applicazione della UNI 11719:2025

La UNI 11719:2025 si applica a tutti i contesti lavorativi che richiedono protezione delle vie respiratorie.

Non riguarda però settori speciali, come le immersioni o l’esposizione a particolato radioattivo o nanoparticelle, per i quali possono essere necessarie altre norme o indicazioni. Questo significa che per la maggior parte delle attività industriali, artigianali, di manutenzione, bonifica, lavori in spazi confinati, la norma è il riferimento di “buona tecnica”.

Impatto concreto per aziende, responsabili e lavoratori

La UNI 11719:2025 impone alle aziende di passare a un approccio organizzato e documentato.

Questo comporta non solo una redazione di un PPVR con valutazione rischi, scelta APVR, manutenzione, registro, formazione e addestramento. Tale norma impone la nomina di figure responsabili (responsabile del programma, addestratori, manutentori), formazione e addestramento pratico per gli utilizzatori, con prove, fit-test, e simulazioni.

C’è monitoraggio e aggiornamento continuo. I cambiamenti nelle sostanze, nei rischi, nelle mansioni devono attivare nuovi addestramenti o revoche/sostituzioni di APVR, senza tralasciare la conservazione di documentazione per dimostrare conformità.

Tutto questo significa che per il lavoratore non basta ricevere un dispositivo di protezione individuale (DPI). Deve essere formato e addestrato, sapere quando, come e perché usarlo, come verificarne la tenuta, come conservarlo, come intervenire in emergenza.

Formazione APVR secondo la UNI 11719:2025

Requisiti formativi dell’addestratore

La UNI 11719:2025 prescrive che l’addestratore abbia formazione teorico-pratica specifica. Questo implica un titolo secondario minimo, formazione tecnica sul funzionamento dei dispositivi, prove pratiche e aggiornamenti periodici.

Corso APVR

Il corso DPI vie respiratorie per gli utilizzatori è obbligatorio quando l’uso dei dispositivi non è intuitivo. Tale percorso di formazione include prova di idoneità, esercitazioni di indossamento, verifica di tenuta e procedure di emergenza. Anche l’aggiornamento è previsto a cadenze stabilite o in caso di modifiche operative.

I corsi APVR devono coprire normativa, valutazione del rischio, scelta del dispositivo, prova di tenuta, manutenzione e procedure di emergenza. L’aggiornamento è necessario per mantenere competenze pratiche e teoriche. Le aziende devono documentare i corsi e conservare registri di addestramento e idoneità.

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