Direttiva Seveso: il d lgs 105 2015

In questo articolo:

Nel cuore della Lombardia, una nube invisibile nel luglio del 1976 cambiò per sempre il rapporto tra industria, salute pubblica e normativa europea. Questo evento rimane ancora oggi una lezione vivida: il cosiddetto disastro di Seveso da cui nasce la Direttiva Seveso.

Non fu solo un evento locale, fu l’innesco di una rivoluzione normativa. Questo incidente mise in luce tragiche lacune nella prevenzione, nella comunicazione con la popolazione e nella responsabilità delle imprese.

Legge Seveso per aziende chimiche

Il disastro di Seveso: incidente simbolo della responsabilità industriale

Il disastro di Seveso avvenne il 10 luglio 1976 in un impianto chimico della società ICMESA, tra Meda e Seveso, in provincia di Monza e Brianza. Durante un’operazione di produzione di triclorofenolo, sostanza usata per fabbricare diserbanti, si verificò un guasto nel reattore, che portò alla fuoriuscita di una nube tossica di diossina (TCDD), una delle sostanze più velenose conosciute.

La nube si diffuse sui comuni di Seveso, Meda, Desio e Cesano Maderno, contaminando una vasta area abitata. Migliaia di animali morirono o furono abbattuti per evitare che entrassero nella catena alimentare. Centinaia di persone, soprattutto bambini, svilupparono una malattia cutanea chiamata cloracne, causata dall’esposizione alla diossina. Fu necessario evacuare oltre 600 persone e bonificare completamente la zona più contaminata, poi chiamata “Zona A”.

L’incidente mise in evidenza la mancanza di protocolli di sicurezza e di comunicazione adeguati tra industrie e autorità pubbliche. Proprio da quella tragedia nacque la Direttiva Seveso, emanata dall’Unione Europea per prevenire e gestire gli incidenti rilevanti con determinate sostanze pericolose.

Il disastro di Seveso è diventato un simbolo mondiale della necessità di una politica di prevenzione, trasparenza e responsabilità industriale nella gestione del rischio chimico.

Cos’è la Seveso?

Da quel fallimento operativo e istituzionale nacque un percorso legislativo, europeo e nazionale.

A livello europeo, l’incidente di Seveso fu la molla che spinse la Comunità Economica Europea (CEE) a elaborare una normativa specifica per il controllo dei rischi di incidenti rilevanti connessi a determinate attività industriali. Nacque così, nel 1982, la prima Direttiva Seveso (82/501/CEE), seguita poi dalla Seveso II (96/82/CE) e, infine, dalla Seveso III (2012/18/UE), recepita con il D.Lgs. 105/2015.

Questa serie di normative, chiamate collettivamente Direttive Seveso, rappresenta la risposta legislativa e culturale a uno dei più gravi disastri industriali della storia europea. Il loro scopo è chiaro: impedire che tragedie come quella del 1976 si ripetano, imponendo alle aziende di valutare, prevenire e gestire i rischi derivanti dalle sostanze pericolose, e garantendo ai cittadini il diritto all’informazione e alla sicurezza.

Con “Seveso” si indica sia il disastro del 1976 sia, per estensione, l’insieme delle regole nate per evitare che incidenti di quel tipo si ripetano. L’incidente coinvolse lo stabilimento ICMESA e provocò contaminazioni ambientali e sanitarie che portarono alla classificazione internazionale dell’evento come uno dei peggiori disastri ambientali antropogenici. L’eco scientifica e sociale dell’evento ha spinto l’UE a dotarsi di una direttiva specifica sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose.

Oggi, il nome “Seveso” non è più solo sinonimo di disastro, ma anche di cambiamento positivo, di evoluzione normativa e di consapevolezza collettiva sul valore della prevenzione e sul rapporto di sicurezza sul lavoro.

Cosa dice la Direttiva Seveso?

La Direttiva 2012/18/UE (SEVESO III) stabilisce principi e misure per prevenire incidenti rilevanti e limitare le loro conseguenze per la salute umana e l’ambiente.

Il legislatore nazionale italiano ha recepito la direttiva con il D.Lgs. 26 giugno 2015, n. 105, che definisce: criteri di applicazione, soglie di presenza di sostanze pericolose, obblighi di notifica, stesura del documento di sicurezza e predisposizione del piano di emergenza interno ed esterno.

Che cos’è il regolamento Seveso e a cosa serve

Parlando in termini pratici, il “regolamento Seveso” è l’insieme delle disposizioni operative e amministrative che trasformano i principi della direttiva in obblighi concreti. Si tratta di quantificazione delle soglie, classi di sostanze, documentazione tecnica, valutazioni di rischio, misure di prevenzione e mitigazione, controlli ispettivi e responsabilità penali e amministrative.

Serve a ridurre la probabilità di incidenti gravi e a garantire che, qualora si verifichino, ci siano procedure chiare per proteggere lavoratori e cittadini.

Legge Seveso per raffinerie

Che cos’è la Legge Seveso III e qual è l’obiettivo principale della direttiva

Per “Legge Seveso III” si indica comunemente l’insieme di norme derivanti dall’attuazione della Direttiva 2012/18/UE.

Ecco qual è l’obiettivo principale della direttiva Seveso III:

  • prevenire incidenti rilevanti ,
  • mitigarne le conseguenze su persone e ambiente,
  • favorire la trasparenza (informazione alla popolazione) e
  • l’adeguamento tecnologico e organizzativo degli stabilimenti a rischio.

Chi rientra nella direttiva SEVESO: quando uno stabilimento è assoggettato agli obblighi del d.lgs. 105/15

Quando uno stabilimento è assoggettato agli obblighi del d.lgs. 105/15? Uno stabilimento è soggetto al D.Lgs. 105/2015 se detiene, produce o utilizza nello stabilimento quantità di sostanze pericolose che superano le soglie riportate nell’Allegato I del decreto.

Le soglie distinguono il campo di applicazione tra stabilimenti a soglia inferiore e a soglia superiore. I secondi sono soggetti a obblighi più stringenti (documento di sicurezza, piano di emergenza interno, informazione pubblica, ecc.).

Per stabilire l’assoggettabilità è necessario verificare la presenza delle sostanze elencate e le quantità effettive. Le autorità competenti regionali forniscono istruzioni pratiche per la valutazione.

Che cos’è il corso Seveso

Il corso Seveso è la formazione specifica rivolta a responsabili, tecnici e addetti degli stabilimenti di impianti industriali soggetti a tale direttiva. Questa formazione tratta normativa, gestione del rischio, misure di prevenzione degli incidenti rilevanti, procedure d’emergenza, ruoli e responsabilità.

APT Safety Group organizza corsi personalizzati in base alle specifiche esigenze legate all’impianto in cui si va ad operare.

Qual è la validità del corso direttiva Seveso III?

La formazione va aggiornata periodicamente e ogni azienda deve prevedere refresh in base a cambiamenti impiantistici o organizzativi. Molte best practice suggeriscono aggiornamenti annuali per stabilimenti a soglia superiore e ogni 2-3 anni per altri casi, ma è importante seguire le indicazioni dell’autorità competente e il proprio sistema di gestione della sicurezza.

Per un’azienda la conformità alla Direttiva Seveso non è solo obbligo normativo, è riduzione del rischio reputazionale, tutela sanitaria e gestione efficiente dell’attività. Per il professionista significa aggiornamento tecnico, audit periodici e formazione mirata.. strumenti imprescindibili.

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